Il Museo del Novecento presenta una grande mostra dedicata alle opere su carta del ‘900 italiano della Collezione Ramo. Con più di cento opere, da Boccioni a Paolini, passando per Savinio, Fontana, Melotti, Rama, Castellani, Mauri, Agnetti, Mondino, Schifano, Pascali, Boetti, Salvo e molti altri, la straordinaria collezione privata milanese si svela al pubblico per la prima volta, presentando anche un’importante pubblicazione con il catalogo generale della Collezione.
Chi ha paura del disegno? Il titolo, volutamente provocatorio, ironizza sulla scarsa considerazione riservata al disegno, che verrà presentato in mostra sotto una luce completamente inaspettata. La scelta delle opere e il colorato allestimento al di fuori delle modalità tradizionali conferiscono al disegno l’importanza che merita nella storia dell’arte e ne esaltano la fruizione.
Chi ha paura del disegno? presenta al pubblico un’ampia selezione di lavori dei più rappresentativi artisti italiani del XX secolo, e di altri ancora da riscoprire, provenienti dalla prestigiosa Collezione Ramo, una delle maggiori raccolte private di opere su carta del XX secolo, iniziata alcuni anni fa dall’imprenditore milanese Pino Rabolini. Con circa 600 opere, a partire dal primo ‘900, la collezione segue le tracce dei maggiori protagonisti delle avanguardie storiche no ai primi anni Novanta. Lo scopo della collezione è testimoniare la grande importanza dell’arte italiana del secolo scorso promuovendo una cultura del disegno dal valore autonomo, al pari di pittura e scultura.
Se lasciamo parlare i disegni, si possono formare dei gruppi tematici basati su ciò che e ettivamente troviamo nelle opere su carta, al di là di categorie storiche e stilistiche. Per questo la mostra si divide in quattro sezioni sotto forma di domande aperte: “Astrattismi?”, “Figurazioni?”, “Parole + immagini = ?” e, “E gli scultori?”. Sono le opere stesse a rispondere ai quesiti nati dall’associazione visiva di forme astratte e gurative di epoche diverse per metterle in dialogo tra loro.
Le quattro divisioni della mostra sono al plurale e seguite dal punto interrogativo perché non fanno riferimento a precisi movimenti, ma aprono a nuove esplorazioni, proprio per non appiattire la personale visione di un artista sul nome di un solo movimento.
Il pubblico avrà l’occasione di apprezzare inediti e grandi capolavori che o rono una nuova lettura di artisti conosciuti soprattutto per la produzione su tela come Cagnaccio di San Pietro, Tancredi, Gnoli, Burri, o per la scultura come Wildt, Marini, Consagra. Per alcuni artisti si è preferito esporre opere degli anni giovanili o la produzione tarda che svela aspetti molto interessanti e inediti. Ci sarà anche l’opportunità di vedere la produzione interessantissima di artisti come Rho, Munari o quella su carta di artisti noti per le installazioni con materiali poveri come Merz, Kounellis, Anselmo e Calzolari.
Data la recente scomparsa del collezionista Pino Rabolini, questa prima grande presentazione della Collezione Ramo assume anche il signi cato di celebrare proprio chi con sensibilità e lungimiranza aveva creduto nella forza e nelle qualità uniche del disegno.
Chi ha paura del disegno? vede anche il vivace e inaspettato intervento di Virgilio Villoresi che ha realizzato una video animazione in carta, sorta di omaggio onirico alla Collezione Ramo: Sogni di Segni presenta il disegno sotto forma di sogno, giocando sulle opere e i colori di quattordici artisti presenti in mostra. Nel video, che vede l’eccezionale presenza del suo autore, le protagoniste sono due mani che, con carta, pennelli e colori di vario tipo danno letteralmente vita ad alcuni disegni della Collezione, creando così un dialogo e cace e vivace tra le varie opere.
Allestimento a cura di Annaluce Canali, Enrico Camontelli